Dobbiamo ammettere che la crisi energetica che sta sconvolgendo il mondo ben pochi l’avevano prevista, forse nessuno.
Se c’è una morale che si può trarre dal G20 è che il mondo è così spaventato di restare senza energia che persino tutti gli allarmi sul Global Warming sono stati temporaneamente silenziati. Cina e India sono tornate al carbone senza tanti convenevoli è un po’ tutti stanno dicendo che la rivoluzione Green senza l’aiuto del nucleare è troppo difficile… troppo costosa da fare. L’energy crunch è il vero grande motore di questa inflazione che sta bloccando tante filiere produttive. E’ il mondo ha il terrore di vedere nuovamente la produzione bloccata anche perché la crisi della supply chain sta rendendo tutto complesso. Dunque di un energy crunch non si deve nemmeno parlare ed ogni strada è buona per approvvigionarsi di energia elettrica.
Il mondo ha paura dell’energy crunch
Anche perché senza energia elettrica la ripresa si ferma e l’inflazione galoppa con tutte le conseguenze del caso. Ecco perché sempre più guru degli investimenti purtroppo cominciano a parlare di Uranio e di materiali nella sfera del nucleare. Questa è una mesta considerazione ma è anche il riflesso inevitabile di un mondo che ha sempre più fame di energia e che sta affrontando la transizione green con estrema lentezza. Ma è anche la conseguenza del fatto che la rivoluzione green è oggettivamente costosa e che la pandemia di covid al reso tutto più complesso. Al bivio tra il carbone che farebbe esplodere il riscaldamento globale (ma Cina ed India non sono sensibili all’argomento) e nucleare, l’occidente preferisce il secondo anche se non lo vuole dire troppo ad alta voce.
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Sino a qualche mese fa avrebbe suscitato sorpresa ascoltare guru che parlano e consigliano con disinvoltura di puntare sul nucleare, ma oggi no.
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I grandi del mondo sa di avere già troppi intoppi sulle filiere produttive.