Molti commentatori si sono detti assai delusi dall’esito del G20.
Sul riscaldamento globale, sull’inflazione e sulle disuguaglianze non è stato deciso assolutamente niente. Anzi come alcuni notano si è addirittura derubricato il problema del riscaldamento globale a qualcosa di cui non tenere conto per il momento, viste le emergenze economiche. Il mondo è scosso da forti tensioni e da gravi disuguaglianze che ne minacciano la crescita. L’inflazione, la crisi della supply chain potrebbero avere l’effetto di strappare ancora di più quel tessuto economico e sociale che già oggi risulta incredibilmente problematico e carente. La crisi del riscaldamento globale si riverbera su tutti, ma soprattutto sui paesi più poveri. Ciò che ha colpito un po’ tutti è come questo G20 abbia sostanzialmente taciuto su tutto, specchio di una crisi di governance globale che da più parti ormai si lamenta.
Vuoto assordante
Il problema delle disuguaglianze oltre ad essere un problema etico è anche un problema economico perché un mondo sempre più precario strappato diventa un mondo pericoloso anche perché oggi sta bene economicamente. La verità è che i vari grandi del mondo non hanno grandi soluzioni alla crisi energetica e così tirano a campare, tollerando il ritorno al carbone di Cina ed India e sapendo che alla fine una buona mano la dovrà dare il nucleare. Gli impegni per l’ambiente possono aspettare e sul fonte delle disuguaglianze poi… il mondo è sempre più spaccato ed instabile ed il covid ha solo aumentato il divario tra chi ha e chi non ha. Insomma, un’occasione sprecata proprio in un un momento nel quale tante emergenze sono all’orizzonte.
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Una ennesima occasione di incertezza e tensione per un mondo a caccia di certezze e di prospettive come non mai.
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