È il sito dell’Ansa a diffondere il grido d’allarme della Confederazione Unitaria di Base e del suo segretario nazionale Walter Montagnoli.
Montagnoli denuncia come nel silenzio generale le imprese abbiano continuato a licenziare in questi mesi. Nonostante si sia parlato di stop ai licenziamenti, questi sono continuati. E con lo sblocco dei licenziamenti la situazione potrebbe precipitare. Montagnoli vede addirittura un milione di posti di lavoro a rischio. E’ per i settori tessile, calzaturiero moda ed altri che la Confederazione Unitaria di Base vede i maggiori rischi. Ma oggi a causa dei rincari delle materie prime dell’energia sono tante le aziende che stanno rallentando la produzione o che in alcuni casi la vogliono sospendere. Proprio la Regione Lombardia negli scorsi giorni aveva detto che varie aziende lombarde erano in procinto di sospendere la produzione a causa dei rincari delle materie prime.
I lavoratori potrebbe pagare il costo del rallentamento
Ma se mettiamo insieme l’allarme lanciato da Montagnoli al rallentamento generale di tante filiere produttive, il rischio di un milione di posti di lavoro di cui il sindacalista parla all’Ansa potrebbe essere molto concreto. La tanto sbandierata ripresa che pure esiste ed ha numeri importanti non toglie il fatto che il Paese sia attraversato da grandi crisi e che inflazione e crisi della supply chain abbiano creato grosse fragilità che potrebbero essere scaricate proprio sul lavoratore. Vedremo quello che accadrà nelle prossime settimane. Ad ogni modo ancora una volta il lavoratore si trova ad essere l’anello debole di un sistema economico sempre molto magmatico ed incerto nel quale crisi esplosive possono chiudere realtà produttive con troppa facilità
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Ad ogni modo i sindacati minacciano agitazioni e scioperi anche perchè la manovra li ha lasciati molto insoddisfatti.
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Dal ritorno alla Fornero alla stretta sul reddito di cittadinanza, le sigle sindacali si sono dette molto preoccupate per l’impatto sociale della manovra.