Le banche centrali e soprattutto la BCE hanno preso questa bella abitudine di sminuire l’inflazione.
Sostengono che non ci sia oppure che sia transitoria. Le ultime esternazioni della Banca Centrale Europea sono state veramente sconfortanti. Continuare a negare l’inflazione è una pessima strategia per vari motivi. Le aziende le famiglie si aspettano dalla banca centrale stabilizzi i prezzi. Infatti la stabilità dei prezzi è uno dei compiti fondamentali di qualsiasi banca centrale. Quando le aziende cominciano a comunicare che devono fermare la produzione a causa del rincaro dei costi e ormai questo è un fenomeno davvero che si sta verificando sempre più spesso, è evidente che qualcosa non va. La banca centrale dovrebbe almeno a parole dimostrare di prendere sul serio questa emergenza.
Negare è peggio
Ovviamente poi alle parole dovrebbero seguire i fatti. Ma già almeno riconoscere che esiste questo problema sarebbe un modo per dire: ce ne stiamo facendo carico. Invece le banche centrali continuano a negare l’infrazione. Continuano a dire che è un fenomeno assolutamente passeggero è che se le filiere produttive si stanno fermando sarà per qualche ragione misteriosa non connessa all’aumento dell’energia e in generale delle materie prime. Questo non ha alcun senso. Perché se un’azienda ha la speranza che i prezzi potrebbero tornare ad essere sotto controllo magari può pensarci due volte prima di sospendere la produzione.
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Ma vedendo questo continuo negare la realtà e sapendo che i tassi continueranno ad essere a zero e le politiche ultra espansive, capisce che non c’è niente da fare ed è costretta a sospendere per non perdere.
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Speriamo davvero che la Federal Reserve il cui FOMC è previsto per questi giorni invii un messaggio almeno leggermente diverso che faccia capire ad aziende e famiglie che le banche centrali non si sono dimenticate di loro e non pensano soltanto alla borsa.