L’analista gela il mercato: crisi dei chip uccide il mining e l’economia che se ne priva.
Shinobi su Bitcoin Magazine fa un’analisi che suona piuttosto inquietante, ma anche estremamente ragionevole. Sappiamo bene quanto la carenza di semiconduttori abbia determinato una crisi dei chip che si è fatta sentire in modo molto pesante sull’industria dell’informatica e su quella delle automobili. Ovviamente sono tanti i settori che utilizzano i microchip quindi non deve stupire come la carenza dei chip in realtà sia un problema a 360°. Potremmo dire che al giorno d’oggi praticamente quasi tutte le filiere produttive fanno un grande utilizzo di chip e quindi la loro penuria è un problema generale. Ha sorpreso qualche giorno fa Apple quando ha annunciato che non riuscirà a produrre abbastanza device per Natale.
Senza chip non arriva il petrolio digitale
Tuttavia c’è un problema piuttosto insidioso riguardo il mining di Bitcoin. Oggi in tutto il mondo tante realtà si stanno accaparrando i minatori più bravi e le migliori tecnologie per poter fare il mining. Ma soprattutto guardando al futuro, la richiesta di bravi minatori e di buona tecnologia sarà sempre più alta perché i Bitcoin secondo molti rappresentano il nuovo petrolio digitale. Quindi l’analisi che fa Shinobi è la seguente: crisi dei microchip e il mining di Bitcoin sono in rotta di collisione. Presto il mining sarà nei guai e soprattutto le nazioni e le aziende che non vogliono essere tagliate fuori da questo business, dovranno cercare linee di approvvigionamento particolarmente stabili ed affidabili.
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Una prospettiva del genere, per la verità piuttosto radicale, vede il Bitcoin come una risorsa vitale per l’economia del futuro e di conseguenza essere tagliati fuori dai chip, lungi dall’essere solo un problema di catena produttiva, diventa un vero e proprio problema finanziario.
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Una prospettiva inquietante ed affascinante che presto potrebbe dimostrare la sua bontà.