I numeri forniti dalle banche centrali sono irrealistici perchè non tengono conto dei rincari delle materie prime.
Stiamo pian piano diventando consapevoli di stare entrando in una scenario inflazionistico. Gli italiani se ne sono accorti con il rincaro feroce delle bollette e quello sostenuto della benzina, ma i rincari davvero forti sono quelli delle materie prime. Questo concetto e molto importante da tenere a mente perchè se un’azienda produce caffè, pagando la materia prima 10, lo può vendere a 15, ma se la materia prima raddoppia, lo deve vendere a 30. Potrà cercare di venderlo a 28 per non far fuggire via tutti i clienti, ma non potrà venderlo al prezzo al quale lo vendeva prima. Questo fatto inevitabile si sta progressivamente trasferendo sui banchi del supermercato. Ci sta mettendo un po’ ma ci arriverà.
Un fenomeno duraturo
Un noto analista economico ha spiegato come quello da cui stiamo venendo è uno scenario di tipo bellico e non da una crisi economica. Questo significa che le interruzioni forti alla catena produttiva genereranno un’inflazione tutt’altro che transitoria. Ne abbiamo parlato qui. Dunque un’inflazione marcata e duratura causata da quel genere di interruzioni forti della supply chain che di solito non avvengono mai. L’altra componente è quella della politica ultra espansiva delle banche centrali che fa volare le borse ma anche l’inflazione. Ma su quel versante c’è poco da fare perchè le banche centrali hanno comunicato chiaramente che intendono continuare così e che si disinteressano del fenomeno dell’inflazione. Insomma uno scenario complesso del quale abbiamo visto soltanto il lato legato all’energia.
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Intanto il tessile italiano, così come tanti altri comparti sta venendo strozzato da una crisi delle materie prime e della supply chain che lo mette davvero in condizioni di produrre con difficoltà.
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Spiace in tutto ciò il silenzio delle BCE e Fed