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La tensione corre (mimetizzata) sulle borse mondiali

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Salvatore Dimaggio

Spesso i grafici di borsa possono mentire. Tanti fattori possono rendere un grafico di borsa poco adeso alla realtà.

È proprio la situazione che stiamo vivendo in questo periodo. Le borse continuano imperterrite a salire e a toccare nuovi massimi ed il Vix è piuttosto basso. Questo teoricamente vorrebbe dire che la situazione economica mondiale è florida e priva di incertezze. In realtà le cose sono esattamente all’opposto. La verità è che ci sono numerose fonti di potenziale tensione che spaventano gli analisti e sono ormai note a tutti, ma semplicemente la borsa ha deciso di ignorarle. Finché Fed e BCE si mostreranno colombe ad oltranza, la borsa ha deciso che letteralmente ignorerà qualsiasi segnale viene dall’economia reale.

Si ignora l’economia reale

Se la produzione mondiale è in frenata, questo viene ignorato dai mercati. Se dalle filiere produttive si alzano moniti inquietanti su rialzo delle materie prime che rischiano di inceppare la produzione, molto di più di quello che può fare la crisi della supply chain, anche questo viene ignorato. Se l’inflazione morde e rischia di mordere ancora di più, non ce ne importa nulla. Se ormai è chiaro che la crisi dei chip durerà anni, anche questo viene derubricato ad argomento poco importante. In sostanza le borse guardano unicamente al grado di acquiescenza delle banche centrali al loro bisogno di politiche ultraespansive. Finché le banche centrali restano in questa prospettiva, le borse saliranno sempre.

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Ma una situazione del genere non si può definire in alcun modo, se non bolla.

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I motivi di tensione sui mercati ci sono eccome e continuare a mascherarli con politiche ultra espansive che oltretutto gonfiano l’inflazione è poco comprensibile.

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