Gli etf negli ultimi anni hanno letteralmente cannibalizzato il settore degli altri fondi.
La gestione attiva nel 90% dei casi delude e perciò la maggior parte degli investitori sta ripiegando sugli etf. Acquistando un etf sostanzialmente si acquista in blocco una borsa oppure un comparto oppure un fattore. Dunque si acquista in blocco un qualcosa nel quale si crede senza avere la pretesa di batterlo. Anche perché questa pretesa si è, appunto, assai spesso rivelata un’illusione. Ma la fortissima crisi della supply chain che sta attanagliando la produzione di tutto il pianeta potrebbe mettere in crisi i presupposti di questo investimento. Intendiamoci, investire in etf resta sempre un buon affare a patto di scegliere ovviamente quello giusto.
Prospettive meno chiare
Il problema è che la crisi della supply chain è una specie di incognita impazzita che può colpire interi comparti a sorpresa e senza preavviso. Prendiamo il caso dei chip e dell’Automotive. Prima che scoppiasse il caso, francamente quanti avrebbero potuto pensare ad un collo di bottiglia così forte sui chip? E quanti da ciò avrebbero desunto una simile stangata sul comparto Automotive? Praticamente nessuno. La crisi della supply chain sta acquistando connotazioni molto misteriose e come alcuni hanno notato è allarmante che persino Apple fatichi a trovare i chip per produrre i suoi device. Questa particolare crisi segue le dinamiche dei sistemi complessi, che sono per definizione difficilmente prevedibili. Dunque comprare in blocco un comparto (via etf) perchè ha buone prospettive oggi, non toglie che domani potrebbe rivelarsi una cattiva idea, perchè una strozzatura posta chissà dove lo sta penalizzando.
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L’incertezza tra i comparti da scegliere è sempre esistita, ma in questo scenario è pesantemente amplificata.
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La crisi dell s.c. durerà a lungo secondo molti analisti e questo ci impone di assumere che le previsioni sui vari comparti industriali diventano assai meno attendibili.