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La frustrazione dell’investitore che non sta capendo niente con la blockchain

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Salvatore Dimaggio

La blockchain è stata una grande rivoluzione negli investimenti.

Questa rivoluzione si è manifestata sostanzialmente in due forme. La prima è il Bitcoin e tutte le altre criptovalute mentre la seconda sono i non fungible token. Queste due forme di investimento sono realmente qualcosa di innovativo e tanti si sono effettivamente arricchiti puntando su di esse. Ma è un mercato che il 99% delle persone non comprende. Questo genera in molti frustrazione perché si sentono inadeguati rispetto a chi invece con criptovalute non fungible token sta guadagnando tanto. Questa frustrazione è comprensibile ma è in gran parte ingiustificata. Chi sta investendo in criptovalute e non fungible token in linea di principio non ha nessuna particolare competenza in materia. Ciò emerge sostanzialmente da tutti i sondaggi fatti in questo periodo. Coloro i quali investono in non fungible token non hanno idea delle specifiche di questo particolare investimento. Stesso discorso vale per le criptovalute.

Complessità troppo elevata

I veri esperti di blockchain sono in realtà pochissimi e questi pochissimi molto spesso, d’altra parte, non hanno grosse competenze di mercato. In teoria l’investitore consapevole in blockchain dovrebbe essere un esperto di blockchain, ma anche una persona competente nei mercati. Dunque se siamo onesti stiamo parlando di una percentuale infinitesimale degli investitori. Di conseguenza chi non investe in questi particolarissimi strumenti perché non li capisce non è meno colto o meno intelligente degli altri. Semplicemente sta evitando di fare un acquisto in modo non consapevole. I fondamenti logici e matematici della blockchain anche ad un livello molto superficiale richiedono competenze specialistiche e dunque non sorprende chi sta investendo in queste valute virtuali in realtà non le conosco affatto.

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Si tratta di investimenti oggettivamente molto complessi ed ambigui anche proprio da un punto di vista concettuale.

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Dunque chi ci si imbarca si assume un rischio relativamente ad una realtà che probabilmente non comprende.

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