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Il lusso trema per la mancanza dei cinesi in crisi e si rifugia nei NFT

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Salvatore Dimaggio

Il mercato del lusso è in una situazione piuttosto particolare.

I cinesi sono stati sempre grandi estimatori del lusso europeo e hanno sempre acquistato a piene mani tutto ciò che veniva prodotto dalle case europee. Di conseguenza il mercato del lusso europeo è fortemente legato alla propensione alla spesa dei cinesi. Specialmente dei cinesi più abbienti. Ma attualmente la Cina è sconvolta da vari problemi. Innanzitutto c’è lo scandalo Evergrande che ha di fatto scoperchiato una situazione assai problematica sul fronte del credito. Infatti sull’immobiliare cinese pesa un debito enorme. Poi ci sono tutte le incognite legate alla crisi della supply chain e all’incremento forte dei costi delle materie prime. Il costo di produzione delle merci cinesi è giunto ai massimi storici e questo getta profonde ombre sulle reali capacità del paese del dragone di continuare a produrre ai ritmi attuali.

Meno oriente e più virtuale

Insomma i cinesi non sono più disposti a spendere come prima. Di conseguenza il mercato del lusso deve cercare di attutire il colpo attraverso la nuova frontiera tutta digitale dei non fungible token. I non fungible token sono degli oggetti esclusivi che le aziende del lusso possono griffare con il proprio brand e possono vendere a cifre che alle volte sono davvero straordinarie. Karl Lagerfeld e Dolce&Gabbana sono solo alcuni dei grandi marchi che stanno producendo beni di lusso virtuali. Infatti i non fungible token sono in definitiva proprio questo: beni di lusso unici e virtuali.

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Gli analisti ritengono che ci siano grandissime prospettive di crescita per il mercato del lusso virtuale consentito dai non fungible token.

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Di conseguenza adesso tutto il comparto del lusso cerca di utilizzare questa nuova frontiera digitale di sfruttamento del proprio brand per fare da contrappeso ai minori ordini che arrivano da oriente.

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