Variante Delta Plus e crisi della supply chain possono essere un mix letale.
La crisi della supply chain sta colpendo con estrema durezza praticamente tutti i comparti produttivi. Rallentamenti a macchia di leopardo nei vari passaggi delle catene di approvvigionamento stanno rendendo difficoltoso produrre e consegnare le merci. I rincari delle materie prime, che in certi casi arrivano a raddoppiare o triplicare e in alcuni casi l’effettiva difficoltà a reperirle, rendono il tutto più macchinoso e qualcuno parla di rischi sistemici più forti di quelli previsti. Tra acciaierie che chiudono, bloccate dal prezzo dell’acciaio troppo alto e altri stabilimenti che si fermano per i costi energetici insostenibili, i problemi nei trasporti, ecc. la crisi della supply chain sta davvero rappresentando quell’incognita imprevista ma pesantissima che può bloccare la ripresa.
Una catena con tanti anelli mancanti
Già allo stato attuale, la crisi della catena degli approvvigionamenti è costata un tonfo del 10% in borsa ieri ad Intel perché è proprio sul fronte dei chip che questa crisi è più forte. Ma i numeri attuali di questa crisi sono conteggiati su un pianeta che è sostanzialmente libero di muoversi e di produrre. Ma presto questa situazione potrebbe cambiare. I lockdown che vari paesi dell’Est europeo e la Russia stanno ricominciando ad imporre ai loro cittadini fanno temere per la tenuta del sistema produttivo. Infatti la supply chain manifesta tutti questi buchi e questi anelli mancanti in un mondo senza lockdown. Ma se dovessero tornare, la situazione potrebbe precipitare.
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Gli analisti sostengono che anche lockdown temporanei e a scacchiera potrebbero avere un impatto letale sulla crisi della catena degli approvvigionamenti e mettere tantissime aziende in condizioni di non poter più produrre.
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Tutto questo si interseca con l’inflazione, specie di alcune materie prime, in una maniera che attualmente è difficile da prevedere ma che sta creando notevoli grattacapi.
