Il numero uno della Bundesbank, Weidmann lascia il suo incarico a fine anno, clamorosamente con 5 anni di anticipo sulla fine del mandato.
Lo ha comunicato con una nota che ha lasciato perplesso e stupito il mondo della finanza. Per tutta la sua carriera è stato considerato il nemico di Draghi. Nemico non tanto sul piano personale, ma quanto su uno ideologico e pratico, Weidmann, infatti non ha mai nascosto di temere l’inflazione e di essere assai preoccupato per le politiche ultra espansionistiche che Federal Reserve e BCE stanno portando avanti. E anche nel suo ultimo comunicato ribadisce le sue paure.
Falco inascoltato
Per lui il mondo e soprattutto l’Europa stanno clamorosamente sottovalutando il rischio rappresentato dal mostro dell’inflazione. I tassi a zero tenuti per anni, hanno gonfiato una spirale inflazionistica che oggi esplode clamorosamente con rincari senza precedenti e con materie prime difficili da reperire. La crisi della supply chain ed una serie di colli di bottiglia a catena sono il corollario di questo scenario. È stato sempre considerato un falco e lo è tuttora e come tutti falchi è stato sempre tenuto ai margini delle grandi scelte sui tassi. Mario Draghi e ora Christine Lagarde continuano a seguire l’ortodossia dei tassi a zero e dell’ultraespansione.
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Intanto però l’inflazione sale e la Banca Centrale Europea continua a minimizzarla e la sua voce è una delle pochissime che sta continuando imperterrita a mettere in guardia dal rischio inflazione.
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Su I Love Trading stiamo raccontando come i numeri reali si discostino clamorosamente dalla narrativa delle banche centrali e riteniamo che la voce di Weidmann sia stata e comunque sia tuttora preziosa.