Il reddito di cittadinanza continua ad essere un rebus.
Le forze di destra ed i renziani desiderano in ogni modo eliminarlo o ridurlo fortemente. Le ragioni fondamentali sono nel forte costo a carico dello Stato. Infatti fino ad oggi il reddito di cittadinanza è costato quasi 17 miliardi di euro. Per i critici è decisamente troppo e varie sono le ipotesi sul tavolo. A quanto pare i 5 Stelle si sarebbero detti anche disposti ad una rimodulazione degli assegni per i nuclei familiari, ma non sarebbero disponibili a toccare la soglia massima dei €500 come tetto erogabile ad un single. Ma le questioni sul tavolo sono tante. Prima di tutto i requisiti per ottenerlo giudicati troppo larghi. In secondo luogo le modalità per accedere concretamente al lavoro.
Tante questioni aperte
Infatti se nessuno dubita che il reddito di cittadinanza abbia offerto un aiuto concreto alle famiglie in difficoltà è molto chiacchierato il discorso dell’accesso al lavoro. Secondo i critici il reddito di cittadinanza avrebbe generato pochissimi posti di lavoro. In questo senso ci si muove in due direzioni. La prima è quella di rendere più concreti i percorsi che accompagnano le persone ad avere un effettivo lavoro. La seconda è quella di revocare più facilmente il reddito di cittadinanza a chi dovesse rifiutare le proposte di lavoro. Di conseguenza si dovrà discutere sulla distanza massima da casa dalla quale poter provenire una proposta di lavoro, ecc. Ma che il governo riduca il reddito di cittadinanza: questo appare ormai praticamente scontato.
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Sicuramente la questione è politica, con i 5 Stelle che vogliono difendere la norma che hanno introdotto e le altre forze politiche che vogliono affossarela.
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Ma pesano molto anche i tanti scandali che hanno dimostrato come tante persone che non erano realmente in difficoltà lo abbiano percepito indebitamente troppo facilmente.
