L’automotive è in una situazione di confusione.
È un settore importante e solido. E’ un vero classico dell’industria eppure oggi sta attraversando una crisi d’identità. Di colpo si è scoperto assolutamente vittima dei microchip tanto da essere messo in ginocchio dalla crisi della microcircuitistica. Dall’altro canto è scosso dalla rivoluzione dell’auto elettrica. Una rivoluzione importante ma che d’altra parte ha bisogno di meno manodopera e costringe a dolorosi licenziamenti. Ad ogni modo attualmente la questione più spinosa è proprio quella dei microchip. Il noto blocco della supply chain che si sta abbattendo su tanti settori dell’industria è stato particolarmente duro per quanto riguarda i chip. La situazione diventa talmente critica che Hyundai ha preso la drastica decisione di cominciare a produrre i chip in casa. E dunque gli investitori adesso si trovano intrappolati in un dilemma.
Un dilemma che si può risolvere
Molti sostengono che acquistare azioni del settore automotive oggi sia una scelta intelligente perché le si acquista in saldo e probabilmente l’anno prossimo il mercato ricomincerà a decollare. D’altra parte però c’è chi teme che la situazione della penuria dei chip si protragga nel tempo e possa diventare un problema strutturale di questa industria penalizzandola. Quindi paradossalmente l’automotive si trova in una condizione simile a quella in cui si trova la Cina. Gli investitori notano la debacle e non riescono a decidersi se questa debacle sia una buona opportunità di investimento oppure sia l’avvisaglia che questo è un settore che ha dei problemi notevoli.
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Sicuramente l’automotive è in trasformazione è questo rende difficoltoso fare delle valutazioni. Ad ogni modo probabilmente che oggi sta acquistando in saldo i titoli del settore non sta sbagliando più di tanto.
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Attualmente comunque gli analisti sono ottimisti sulla risoluzione di questa crisi.