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Tapering e supply chain: cercare un bene di rifugio è diventato un rebus

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Salvatore Dimaggio

La Federal Reserve dopo anni di politiche espansive ha fatto sapere che sta per cambiare rotta.

Il tapering inizierà tra poco e i mercati si preparano ad affrontare un periodo decisamente meno semplice. Le politiche espansive della Fed avevano garantito alla borsa una crescita illimitata e senza precedenti, ma ora quelle stesse politiche appaiono fuori luogo ed anzi appaiono soltanto foriere di inflazione. Infatti è proprio l’inflazione, la grande minaccia che si profila all’orizzonte. I beni stanno rincarando su tutti i fronti e specialmente sul fronte energetico si rischia un vero e proprio shock dell’offerta. Al di là del problema del caro bollette per i cittadini, il rischio è sistemico.

La moda delle crypto

Ad intorbidire le acque arriva anche la questione della supply chain. Le merci incontrano grossi colli di bottiglia nell’iter che dalle materie prime arriva al prodotto. La tensione sul mercato aumenta e si cercano beni di rifugio. Ma qui scatta il paradosso: tutti i report ci dicono che l’oro viene snobbato come bene di rifugio a favore delle criptovalute. Una scelta che molti benedicono ma molti criticano. Come bene di rifugio alcuni vorrebbero vedere proprio quelle materie prime che stanno aumentando di valore. Ma è un mercato nel quale investire non è semplice e comunque si dovrebbe diversificare tanto. Insomma per gli investitori un rebus assai difficile da dipanare, ma cedere con troppo entusiasmo alle lusinghe delle criptovalute può essere pericoloso.

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Un conto è vedere nelle crypto un’investimento da monitorare, ma assai diverso è ritenere che abbia le carte in regola per essere effettivamente un bene di rifugio.

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E’ vero che molti investitori istituzionali stanno iniziando a ragionare così, ma non è detto che abbiano ragione.

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