Le autorità cinesi sono sempre più asfissianti sul fronte dei dati, ma gli si sta ritorcendo contro.
La Cina ha fatto tanto per avere un look da paese libero e moderno. Ci ha messo tanto a convincere il mondo che il suo comunismo potesse convivere col benessere dei cittadini. Ma i nodi vengono al pettine. Lo stato sta diventando sempre più paranoico sul fronte dei dati e chiede alle compagnie big tech di fornire le informazioni che hanno sui propri cittadini. Un controllo che diventa sempre più stringente e che sta rendendo insofferenti pesino le aziende cinesi. Figuriamoci quelle straniere. E così anche Linked-In va via dalla Cina. Eppure il social di proprietà di Microsoft ha ben 50 milioni di utenti cinesi. Ma la pressione era diventata troppa per resistere.
Per Pechino un cattivo affare
Questa smania di controllo è un pesante autogol per Pechino perchè rende la vita difficile alle sue aziende tecnologiche finendo per ostacolarle nel non facile confronto con le più ricche e più potenti aziende tech occidentali. Pechino continua a coltivare l’idea che se tutto è statale è meglio per lo stato e per i cittadini e molti nel Partito Comunista coltivano il sogno di rinazionalizzare tutto. Ma è possibile? Probabilmente no ma intanto il paese perde i servizi di un social importante come Linked-In. E serve a poco ribattere che tanto hanno i loro social, perchè un clima così asfittico non fa bene agli affari.
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La Cina in fondo non ha mai chiaramente capito come far convivere comunismo e libero mercato e magari neppure si può, ad ogni modo se beninformati dicono che anche le sue industrie tech stanno diventando insofferenti vuol dire che c’è qualcosa che non va.
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Vedremo nel tempo se la via accentratrice di Pechino riuscirà a convivere con quella ricerca tecnologica alla quale tiene tanto.