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Pensioni: canale di uscita a 62 o 63 anni con Ape sociale rafforzata

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Salvatore Dimaggio

Nella spinosa questione delle pensioni si fa strada una nuova ipotesi.

La chiede ma maggioranza compatta e stavolta è inclusa anche la Lega. E’ chiaro che la strada per una riforma organica è lunga e complessa. Capire cosa ci sarà dopo la fine di quota 100 è sempre un rebus perchè le ipotesi sul piatto sono veramente troppe. Allora la maggioranza chiede una misura ponte. Chiede disposizioni anche transitorie, pur di evitare scossoni troppo forti. E’ in un documento inviato al Governo che viene chiesta una via d’uscita posta a 62 o anche 63 anni ad aggiungersi all’Ape sociale rafforzata. La maggioranza si accontenterebbe anche di una versione riservata giusto ad una platea ristretta di lavoratori. Lo scopo è evitare disparità troppo forti tra chi va in pensione adesso e chi ci andrà in quel dopo di cui ancora non si sa niente. Nella proposta si legge che la maggioranza sarebbe disposta anche ad accettare una diminuzione della pensione erogata, in proporzione agli anni di anticipo.

No alla Fornero

La Lega comunque cavalca la protesta: “Se si prospetta un ritorno alla Fornero faremo le barricate”. Questo tuona il carroccio che non ci sta ad un ritorno all’odiatissima Legge Fornero. La Lega aveva chiesto una proroga di un anno per quota 100, ma praticamente certo che questo non ci sarà. La partita è assai complessa sul versante politico. Tutti i partiti dichiarano di voler sostenere il governo ma è difficile farlo quando si prendono decisioni impopolari. I 5 Stelle in ciò non avanzano proposte precise e si limitano a seguire l’evolversi dei lavori.

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I tempi per una vera riforma organica appaiono davvero troppo risicati e molti analisti sostengono che molto probabilmente si andrà a delle misure transitorie.

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Le norme transitorie non sono mai molto apprezzate dal punto di vista giuridico, ma vista la pesante incertezza sul futuro della materia, certamente non sono da escludere.

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