Un tempo si parlava tanto di giochi pay to win. Un gioco pay to win è un gioco un po’ sleale che ti fa vincere in base a quanto paghi.
In pratica più paghi per potenziare il tuo personaggio e più il tuo personaggio sarà forte e tu vincerai sugli altri concorrenti. Tantissimi giochi in realtà sono dei pay to win e spesso questo li fa essere assai odiati dai giocatori perché c’è ben poco di sportivo nel premiare chi paga di più. I giocatori sono invogliati a spendere un sacco di soldi per potenziare i propri personaggi soltanto per il gusto puerile di ritenersi più bravi degli altri. Da qualche tempo è nata la categoria in un certo senso opposta: vale a dire quella dei play to earn. Stavolta il concetto è opposto: più si gioca e più si viene pagati. O meglio, più che essere pagati si ha la possibilità di guadagnare non fungible token. Qualcuno potrebbe obiettare: “ma sono soltanto non fungible token non sono soldi veri”.
I numeri sono sorprendenti
E qui sta la sorpresa. Società esperte nell’analisi di questo genere di dati ci rivelano che questo gioco ha generato una quantità di non fungible token impressionanti e che questi non fungible token vengono scambiati sulle piattaforme specializzate a cifre incredibili. Tanto che facendosi due conti emerge come i giocatori di questo gioco in realtà riescano a realizzare cifre veramente importanti dalla loro passione. È davvero incredibile come un gioco che permette di vincere non fungible token riesca a far guadagnare tanto i suoi giocatori. Ma andiamo un pochino più nel dettaglio.
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E’ la società di misurazione blockchain DappRadar a sottolineare come 615.000 traders abbiano commerciato NFT nati dal gioco in questione con un valore medio per transazione di ben $420.
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Insomma un giro d’affari di tutto rispetto per oggetti virtuali ottenuti all’interno di un videogioco!