Inizia un autunno caldo di tensioni sociali e le prime avvisaglie che stiamo già vedendo.
I numeri sono davvero impietosi. Durante il covid sono sparite 300.000 partite IVA. Anche i lavoratori dipendenti sono diminuiti e nelle città è percepibile quante botteghe e quanti negozi abbiano ormai la saracinesca tirata giù per sempre. Il covid è andato ad impattare su un’economia già problematica e questo specialmente al sud. Il meridione accusato di essere pieno soltanto di fannulloni che vogliono campare di sussidi con reddito di cittadinanza in realtà cerca affannosamente di andare avanti con una disoccupazione mai così alta e con retribuzioni mai così basse. Le statistiche dicono che ci sono più disoccupati da più di 12 mesi nel meridione d’Italia che in tutta la popolosa Germania. Al di là dei numeri fasulli rilasciati dal governo, al sud la gente vive con stipendi da fame e spesso in nero. L’arrivo dell’inflazione spariglia le carte e non ci dobbiamo stupire se la tensione sociale tende a crescere.
Partite IVA
Tutti i numeri del paese dicono che la tanto sbandierata ripresa è fatta sulla pelle dei più poveri e più fragili che devono accontentarsi di lavori ancora più da fame e per molte Partite IVA il gioco non vale più la candela. E’ l’Ufficio studi della Cgia a fornire questo dato. Un dato che mette in luce la stanchezza di un mondo fragile ed abituato a sopravvivere più che a vivere.
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Gli analisti dicono che le misure che i governi promettono di mettere in campo non saranno assolutamente sufficienti a fermare l’inflazione che di conseguenza eroderà il già fragile potere d’acquisto degli italiani.
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Questi dati offrono un’immagine del Paese assai lontana dalla trionfalistica ripresa tanto sbandierata.