Da un po’ di tempo si parlava dell’ingresso dei non fungible token all’interno del mondo di Fortnite.
Fortnite è molto più di un videogame ma è ormai un enorme e ricchissimo mondo virtuale nel quale gli utenti giocano, si incontrano, socializzano. Quasi impossibile descrivere la vastità del fenomeno e la vivacità del mondo creato da Fortnite. Tanto che addirittura qualcuno si è lamentato di una sorta di alienazione portata dal gioco. Ma al di là di questi concetti ciò che circolava da un po’ era l’idea che i non fungible token avrebbero fatto il loro debutto in questo mondo virtuale. In tanti lo credevano visto che non fungible token stanno portando guadagni enormi dove vengono adottati e un mondo vasto e pieno di fan come quello di Fortnite sicuramente avrebbe garantito a questi non fungible token un mercato assai florido e dinamico e di conseguenza quotazioni veramente alte.
Perché no?
Stilisti di moda, case di fumetti squadre di calcio ci si stanno buttando un po’ tutti e dunque Sembrava quasi scontato che forse nel c’entrasse. Ma poi la dichiarazione a sorpresa del CEO di fortnite. I non fungible token non entreranno in fortnite. C’è chi è rimasto deluso e chi invece ha apprezzato le parole del Ceo che ha detto di voler difendere i suoi utenti dalla possibilità di truffe e scandali.
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Decisamente una scelta incomincia abile ma molti credono che dietro ci sia dell’altro. I sospetti risiederebbero proprio nella stessa piattaforma di Fortnite. Infatti gli oggetti che i giocatori possiedono nel gioco, non li possiedono realmente, cioè legalmente.
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Di conseguenza trasformare un oggetto di Fortnite in un NFT creerebbe problemi non da poco perchè non si capirebbe se l’oggetto è di proprietà della piattaforma o dell’utente. Insomma ragioni etiche ma forse anche eminentemente pratiche.