La crisi energetica sta facendo deragliare la ripresa europea e nel resto del mondo le cose non sono diverse.
I paesi dell’Unione Europea varano una serie di incontri per discutere cosa fare per arginare questi rincari. I rincari dell’energia non incidono soltanto sulle famiglie già duramente provate dal covid. Ma hanno un impatto anche sulla produzione industriale che risulta così penalizzata. L’Europa per bocca di Ursula Von der Leyen, dichiara di volersi rendere indipendente sul fronte del gas e del petrolio. Ma attualmente c’è ben poco di concreto su questo fronte. L’Europa anzi è fortemente dipendente da questa queste due preziose materie prime e di conseguenza non ha reali strumenti per fronteggiare i rincari. Cosa può fare l’Unione europea di fronte ai rincari generalizzati dell’energia? La risposta è ben poco.
Pochi strumenti
Non producendo in modo autonomo gas e petrolio ma dovendoli importare quasi completamente, l’Europa non può far altro che subire gli incrementi che vengono dall’estero. Un’alternativa sarebbe quella di produrre autonomamente l’energia tramite le fonti rinnovabili, ma parliamo di un progetto che va avanti in modo estremamente rallentato e che sicuramente non può dare i suoi frutti oggi o domani. Dunque la via concreta che ha l’Europa per alleviare l’impatto dei rincari di luce e gas è semplicemente quella di varare degli aiuti per le fasce più deboli. Ma questo non risolve assolutamente il problema.
Innanzitutto perché l’inflazione riguarda tutti i comparti e non solo la luce ed il gas e poi perché appunto non si colpisce alla radice il fenomeno dell’inflazione contro il quale dovrebbero intervenire le banche centrali che però rimangono ferme.
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Dunque il 21 e 22 ottobre i paesi europei faranno un meeting su questo tema e sicuramente si prenderanno delle iniziative ma il forte sospetto che saranno largamente inefficaci.