È un fenomeno che si è evidenziato da un po’ di tempo e che è stato battezzato shrinkflation.
Per shrinkflation si intende una tecnica tra il lecito ed il truffaldino di rimpicciolimento delle confezioni di generi alimentari. Si tratta di un rimpicciolimento non percettibile e che di conseguenza convince l’acquirente che sta acquistando il prodotto di sempre al prezzo di sempre ma in realtà nasconde una maggiorazione di prezzo. Funziona così: immaginate una confezione di miele da 200 grammi che esiste sempre uguale sul mercato da anni. Se il produttore ne fa una versione da 100 g chiaramente più piccola il problema non si pone. In questo caso il consumatore si rende conto che il prodotto è diverso. Ma immaginate che il produttore decida di fare una confezione da 175g delle dimensioni quasi identiche a quella classica e leggermente più vuota.
Rincari insidiosi: ecco come difendersi
In questo caso si parla di shrinkflation perché l’utente paga la stessa cifra per avere leggermente meno di conseguenza sta subendo un incremento del prezzo al chilo senza rendersene conto. E’ una forma di inflazione nascosta e pericolosa. Non poche associazioni in difesa dei consumatori avevano sottolineato il rischio insito in questa pratica. Tuttavia oggi siamo all’interno di una spirale inflazionistica piuttosto grave e di conseguenza una pratica del genere risulta ancora più insidiosa per il consumatore e allo stesso tempo più desiderabile per l’azienda che ovviamente preferisce nascondere i rincari. Il consiglio rimane sempre lo stesso: valutate il prezzo al chilo e non il prezzo della confezione perché così effettivamente capirete quanto state pagando ciò che acquistate.
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Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra per questa pratica. Con l’inflazione che ha ripreso a galoppare, le famiglie devono fare economia e pratiche del genere risultano manipolatorie ed insidiose.
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Impressionante come Istat, abbia registrato addirittura 7.306 casi in un solo quinquennio.