La crisi energetica è stata una mazzata grave ed inaspettata sull’economia cinese.
La cina è in una brutta situazione. La crisi energetica ha comportato razionamenti dell’energia nelle case e nelle industrie. La produzione ha auto un duro colpo. Secondo gli esperti siamo tornati a livelli della pandemia. In pratica è come se tutta la ripresa post pandemica in Cina non fosse mai avvenuta. Le cause sono da ricercarsi in un mercato dell’energia calmierato che è sempre stato un vanto per il Partito Comunista Cinese. Tuttavia l’inflazione è tornata a crescere e ciò a reso le materie prime troppo costose per riuscire a produrre ai prezzi imposti dal governo cinese. Da qui la penuria di energia che si è abbattuta sulle aziende che non riescono più a produrre. O che producono a singhiozzo. C’è un rischio concreto anche per noi?
Il rischio c’è anche per noi
Il rischio può espandersi a noi in vari modi. Innanzitutto l’aumento delle materie prime in un mercato non calmierato come il nostro non produce blocchi ma aumenti. Ce ne siamo accorti sulle bollette di luce e gas e presto anche sulla benzina. Questo riduce la capacità di acquisto delle famiglie ed è un duro colpo per le aziende che devono produrre a prezzi più elevati. Ma non solo. Se la Cina dovesse decidere di aprire il mercato dell’energia per riprendere la produzione, gli aumenti ricadrebbero sulle merci e questo farebbe schizzare ancora più in alto l’inflazione. Insomma, crisi energetica ed inflazione sono due facce di una stessa medaglia che non riguarda solo la Cina.
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Certo stupisce che il dragone sia tornato in così poche settimane all’economia della piena pandemia.
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Questo dato è piuttosto inquietante per gli analisti che cercano di quantificare l’impatto sulla ripresa europea ed italiana.