Nel mondo attualmente c’è una spinta inflazionistica assai forte. E’ una spinta robusta e generalizzata nel senso che riguarda materie prime molto diverse tra loro. Riguarda alluminio e acciaio riguarda carbone e microchip.
dunque si tratta di un fenomeno davvero ad ampio spettro. Tra le varie materie prime che stanno crescendo di prezzo c’è anche il grano punto Questo per noi italiani è un doppio problema. Innanzitutto perché come consumatori di pasta Ci beccheremo un rincaro piuttosto forte. Si parla del 20% entro Natale ma questo 20% è contabilizzato tenendo presente lo scenario attuale. Purtroppo gli intoppi nella supply chain e le spinte incrociate dell’inflazione potrebbero portare questa cifra a salire ulteriormente. Dunque oltre al fatto che il 20% di rincaro in realtà potrebbe essere superato poi concretamente nei fatti c’è anche il problema che per l’economia italiana è importante l’export della pasta. Ed ovviamente una pasta più cara è meno appetibile.
Un problema dalle molte facce
Inoltre sul fronte della dell’esportazione della pasta per noi pesa molto anche la brexit perché L’Inghilterra è sempre stata un forte acquirente di pasta italiana ma a causa della brexit l’export di pasta quest’anno prende una dura batosta. Dunque l’aumento del grano per noi italiani è un problema piuttosto serio. Vedremo nei prossimi mesi come evolverà questa spirale inflazionistica.
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Diventa importante a questo punto capire come le pressioni inflazionistiche provenienti dall’energia, ad esempio, potrebbe ulteriormente far lievitare i costi per la produzione per la pasta. Ecco perchè il famoso 20% è una stima che potrebbe facilmente rivelarsi troppo ottimistica.
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Al contrario per le famiglie diventa invece importante capire come ottimizzare i costi. Dal canto nostro su Ilovetrading continueremo a fornirvi spunti utili per far dimagrire lo scontrino. Oggi è più importante che mai.