L’inflazione sta tornando in tutto il mondo. Per prima è stata annunciata nel settore dell’edilizia con le materie prime che crescevano in modo vertiginoso e senza precedenti.
Contemporaneamente se n’è accorto il settore dell’auto che dalla sera alla mattina si è ritrovato con la penuria di microchip e ha dovuto annunciare tagli drastici alla produzione. Poi ce ne siamo accorti noi con il caro bollette drammatico che arriva fino al 40%. Ma tutti gli indicatori del pianeta dicono la stessa cosa: l’inflazione sta crescendo ovunque. Questo non è certo qualcosa di inaspettato. Da un lato i problemi sul fronte dell’approvvigionamento della produzione di beni. Dall’altro, politiche ultra espansive delle banche centrali e tassi a 0 per tanto tempo e anche troppo fanno sì che l’inflazione galoppi in tutto il mondo. Normalmente, ma questi non sono tempi normale ormai da un pezzo, il nemico dell’inflazione è la Banca Centrale.
Temono le borse
Infatti sta la Banca Centrale arginare il galoppo dell’inflazione attraverso quegli strumenti di controllo della moneta che solo essa possiede. Ma non illudiamoci: le banche centrali stavolta non faranno proprio niente. In teoria dovrebbero alzare i tassi. Ma sanno benissimo che se toccano i tassi la borsa va nel panico e c’è il rischio concreto di crolli. Tutti sanno che la crescita continua dei valori di borsa è determinata sostanzialmente dai continui e massicci aiuti e sussidi erogati dalle banche centrali.
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Dunque gli attuali valori di borsa come sanno tutti sono assolutamente gonfiati e se le banche centrali dovessero toccare i tasti si assisterebbe facilmente una violenta correzione se non ad un vero e proprio crollo.
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Di conseguenza le banche centrali continueranno a fare quello che stanno facendo: negare l’evidenza dell’inflazione e lasciarla correre.