E’ il prestigioso giornale economico asiatico Nikkei a dare questa sconvolgente notizia.
La crisi energetica violenta che sta scuotendo la Cina sta paralizzando a scacchiera tantissime grandi aziende cinese. Addirittura ci sono intere città della Cina dove l’energia è razionata e ai cittadini viene imposto di illuminare la casa soltanto con luce naturale. La Cina… proprio quella Cina che stava a grandi falcate abbandonando il suo status di paese rurale per diventare un Colosso del XXI secolo ipertecnologico, vede intere zone della sua grande estensione tornare quasi ad una sorta di singolare medioevo. Tante le aziende coinvolte dagli stop forzati alla produzione. Ma il mondo della tecnologia della produzione è fortemente interconnesso e a pagarne le conseguenze saranno un po’ tutti. Ci sono addirittura Apple e Tesla tra le aziende straniere che attendono invano di ricevere le forniture da alcune tra le tante aziende cinesi fermate dalla crisi energetica.
Uno stop clamoroso
Il rallentamento imposto dal lockdown si sta verificando con qualche mese di ritardo. Mesi di mancanze di approvvigionamenti e di catene produttive interrotte. Le conseguenze le vediamo oggi. Penuria di chip da una parte impennata dei costi delle materie prime dall’altra e crisi energetica. Un mix letale che sta mettendo in ginocchio il grande fornitore del mondo e i cui effetti si stanno rapidamente diffondendo a tutto il pianeta Ben prima del temuto crollo di Evergrande.
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Ormai ci stiamo abituando a cercare di indovinare quanto siamo connessi a quest Cina che sino a ieri appariva invincibile ma che oggi comincia a scricchiolare. Siamo esposti su Evergrande? Quanto produciamo in Cina? Ormai la connessione col dragone inizia a suonare scomoda.
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La Cina è messa peggio di quanto temevamo… è questo il tenore delle frasi che circolano tra gli analisti. Come al solito attendiamo il solito effetto domino.