Vediamo se è un bene o un male. Basta ipocrisie: Dobbiamo dirlo chiaramente. Le criptovalute sono intrinsecamente antigovernative.
Non rispondono alle autorità costituite. Non rispondono ai diktat delle banche centrali. Non si adeguano alle autorità monetarie. Ma soprattutto quando un sistema economico sta per crollare sono il modo migliore per far scappare i capitali all’estero. Possiamo scegliere di abbracciare La retorica che vede nelle criptovalute un eroico e coraggioso strumento di libertà contro la tirannide dello Stato. Possiamo farlo, nessuno ce lo vieta. Possiamo anche abbracciare al contrario, La retorica che vede nelle criptovalute un pericoloso strumento per sfuggire alle proprie responsabilità nei confronti della collettività. Anche questo è vero. Le criptovalute sono qualcosa di nuovo di innovativo e di tecnologico. Ma allo stesso tempo si inseriscono in un dibattito vecchio di secoli.
Retoriche contrapposte che dicono la stessa cosa
Il rapporto tra la libertà dell’individuo e i bisogni della collettività. Quando la Cina blocca le criptovalute in modo durissimo come ho fatto adesso per paura della fuga di capitali dopo il crollo verticale di Evergrande, dobbiamo considerare questo un bene oppure un male? Quando gli analisti ci dicono delle criptovalute saranno fondamentali nella lotta della Resistenza contro i talebani in Afghanistan, ecco che ci sembrano un dono di Dio. Ci appaiono come uno strumento di libertà pronto ad aiutare buoni coraggiosi che lottano contro un potere ingiusto.
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Quando ci dicono che servono alle narcomafie per riciclare i soldi sporchi E come ci sembrano il male. Ma le criptovalute sono sempre le stesse. Le criptovalute In definitiva sono uno strumento contro il potere costituito.
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È questa formula può essere declinata sia in positivo che in negativo ma comunque la questione prima o poi andrà