Come ampiamente atteso la Fed si è dimostrata colomba, anzi molto colomba. I tassi rimangono invariati e ciò era assolutamente scontato.
la riduzione nell’acquisto dei titoli fosse partirà ma a novembre. D’altra parte neanche la data di novembre è sicurissima dato che dipende tutto da come andrà l’economia. Dunque una banca centrale rassicurante che continua a preparare il terreno per il tapering, ma poi in realtà non lo fa partire mai. L’unica microscopica novità di questa riunione di ieri e che per la prima volta si è parlato dell’inflazione non come qualcosa di transitorio Ma come li porti il cosa di effettivamente esistente. Dunque la Banca Centrale prepara il terreno, sembra dere ai mercati: “Guardate che prima o poi il tapering arriverà. Però sicuramente non arriva oggi.” Dall’altra parte del Pacifico la Banca Centrale cinese usa i mezzi pesanti per contrastare lo scandalo Evergrande facendo respirare i mercati asiatici. Dunque Le banche centrali ci sono lavorano agiscono e continuano a tenere sui mercati.
Forse a novembre
Il costo di tutto ciò tuttavia lo sappiamo benissimo: l’inflazione così continua ad essere fuori controllo. Da che mondo è mondo, un’impennata dell’inflazione dovrebbe portare le banche centrali a stringere i cordoni della borsa, ma invece i cordoni sono veramente larghissimi, anzi diciamo che non ci sono proprio.
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Di conseguenza aspettiamoci l’inflazione che continua a galoppare e rincari a catena.
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Evidentemente però le banche centrali preferiscono questo ai mercati che si innervosiscono e che possono avere quella famosa correzione che Morgan Stanley vede al 20% ma che forse può essere anche superiore.