Questo periodo storico sarà ricordato per l’estremo timore dimostrato dalle banche centrali nei confronti dei mercati.
Dopo essere state accusate del fallimento della Lehman Brothers nel 2008 per poco interventismo Le banche centrali Per non correre rischi hanno innaffiato il mercato di danaro. E il covid ha fatto il resto. Oggi Le banche centrali si trovano a dover stringere i cordoni della borsa perché l’inflazione è tornata a crescere ma non hanno il coraggio di farlo. Sia la Federal Reserve che la BCE ma anche la Banca Centrale cinese tentennano e parlano di tapering sempre molto lontani. Il tapering per chi non lo sapesse, è la riduzione degli stimoli. Ma di toccare i tassi non si parla mai. I tassi rimangono sempre immobili perché toccarli potrebbe far scatenare il finimondo. Tuttavia c’è una banca centrale a cui non stanno molto a cuore i nervosismi dei mercati e perciò annunciato molto serenamente di aver alzato i tassi.
Più coraggio ma anche meno impatto
Si tratta della banca centrale norvegese. È una mossa sorprendente in questo periodo nel quale solo parlare di tassi fa venire il mal di testa ai mercati. Ma va tenuto presente che la banca norvegese ha un potere assai limitato. È davvero inverosimile che un ritocco dei tassi della banca possa scatenare una crisi della borsa locale. La Banca norvegese è stata particolarmente aggressiva. Non solo ha alzato i tassi: ma ha annunciato una serie serrata di nuovi rialzi. Di fatti tutte le borse del mondo sono sostanzialmente connesse ed è la Federal Reserve che detta tempi e modi della crisi e della ripresa.
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Questo non significa che le banche centrali dei vari paesi sia siano ininfluente, anzi, ma la Banca Centrale norvegese diciamo che può permettersi qualche lusso in più.
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Tuttavia certamente se questa mossa non dovesse sortire particolari contraccolpi sui mercati locali sarebbe comunque sia un precedente da tenere presente per altre.