Truffatori ora finiti in manette si spacciavano per avvocato e consulente finanziario e convincevano gli incauti aspiranti speculatori ad investire su un affare assai complesso e raffinato.
Questo affare d’oro li avrebbe portati a diventare proprietari di micro quadri realizzati addirittura da Leonardo da Vinci e scoperti fortunosamente da un esperto. Questi micro quadri sarebbero stati garantiti da non-fungible token e i loro aumento di valore sarebbe stato esponenziale. Un affare d’oro nel quale sono caduti tanti. I due truffatori facevano breccia anche grazie ad una terza persona: una donna dell’Est che si spacciava per esponente di una grande holding finanziaria asiatica. Così riuscivano a truffare tantissime persone: i guadagni proposti erano stellari e molto allettanti. Una sorta di catena di Sant’Antonio per non farsi mancare nulla faceva sì che nel giro di i truffati ne attirassero altri.
Una truffa in grande stile
Dunque parliamo di una struttura truffaldina molto ben organizzata e che sfruttava non solo la voglia di un facile arricchimento ma anche il fascino esercitato dal nome di Leonardo Da Vinci e la confusione che suscita il mondo ancora molto misterioso dei non fungible token. La raccomandazione in questi casi è sempre di non fidarsi di questi guadagni straordinari e di verificare con calma e con le dovute cautele.
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Aleita Khorochilova, questo il nome della “responsabile commerciale” della grande holding asiatica Xchampion. Insomma gli aspiranti investitori venivano catapultati in un rutilante mondo di alta finanza arte e NTF, ma tutto di cartapesta.
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Ma non basta: 16mila euro potevano consentire di acquistare 32 Token Art di opere di Alina Ciuciu, nota artista assi spinta e consigliata Vittorio Sgarbi (l’artista e Sgarbi sono estranei alle indagini)