Diversificare è uno di quei pilastri di qualsiasi attività di trading.
Non si ripeterà mai abbastanza quanto concentrare il proprio portafogli significa esporsi al rischio di volatilità impreviste ed esagerate punto mantenere calma e lucidità durante queste volatilità estreme è difficilissimo e quindi poca diversificazione significa un aumento notevole dei rischi. Questo vale sempre e davvero la diversificazione è la base di qualsiasi portafoglio ragionevole. Tuttavia siamo in una congiuntura particolare: quella del ritorno dell’inflazione. Dopo anni nei quali l’infrazione è stata assolutamente assente, anzi secondo taluni parametri era registrata come troppo bassa, oggi è ritornata. Nella retorica delle banche centrali ciò viene negato o definito un fenomeno transitorio, ma in realtà sappiamo bene che così non è.
Previsioni più difficili, fluttuazioni più forti
Con l’inflazione diversificare diventa molto più importante: vediamo perché. Innanzitutto inflazione significa fluttuazione incontrollata dei prezzi che spesso si disallineano creando vantaggi e svantaggi imprevedibili per questa o quella azienda, questo o quel compatto. Dunque significa che le previsioni diventano assai più ardue per tutti. In seconda battuta inflazione significa anche che le banche centrali sono assai meno disponibili ad aiutare il mercato con i loro generosissimi sussi vi e dunque ciò genera nervosismo e timore di crolli.
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Non dimentichiamo che Morgan Stanley in questi giorni ha detto che vede come probabile una correzione del 20% in borsa.
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Dunque in questo scenario turbolento è con l’inflazione che sale la turbolenza e praticamente inevitabile si naviga molto più a vista e dunque diversificare significa poter attutire meglio i colpi che il mercato probabilmente riserverà.