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Allarme rosso per le crypto: per il capo della SEC, sono il west e per Dalio verranno uccise

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Salvatore Dimaggio

Diciamoci la verità: ci sono due narrative diverse sulle crypto e parlano proprio due lingue troppo lontane. 

Da una parte ci sono gli entusiasti delle crypto che continuano a dipingerle come il futuro di ogni cosa e la panacea di tutti i mali. Questa narrativa spinge gli eccessi speculativi che a loro volta gonfiano l’entusiasmo. Non si sa se questa sia una bolla ma diciamo che le sue dinamiche vi somigliano molto. Ma se ascoltiamo le autorità politiche e monetarie, la musica cambia e tanto. Prevale la cautela ed in certi casi la paura. I capi delle banche centrali di Svezia e Messico hanno detto chiaramente ai loro concittadini che si stanno mettendo nei guai ad investire in crypto senza conoscerle. Ed hanno ragione da vendere. Comunque la si pensi sulle crypto, è assurdo investire in qualcosa che non si capisce neppure un po’ e numerosi sondaggi dimostrano che chi investe in crypto non ne ha alcuna cognizione.

Per il capo della SEC sono un west che ha bisogno di uno sceriffo

E’ utile leggere congiuntamente le dichiarazioni rilasciate da due pesi massimi, anche se con ruoli molto diversi come Gary Gensler, capo della SEC e Ray Dalio, guru di Wall Street. Il primo ha definito aspramente le crypto come un wild west. Ad Aspen è stato duro nei confronti delle criptovalute ed ha rimarcato con orgoglio come la sua istituzione sia intervenuta ogni volta che ha potuto per sbarrare la strada all’ingresso delle monete virtuali a Wall Street. 

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Dall’altra parte c’è Ray Dalio che dice che secondo lui i regolatori finiranno per uccidere le crypto e perciò lui non ci investe. Insomma gli sceriffi di questo west non hanno voglia di arrestare le crypto ma proprio di impallinarle.

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Anche la Lagarde dal suo scranno presso la BCE ha messo in guardia contro le crypto ed ha tuonato: “Non sono monete, punto e basta”. 

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