Greenwashing: il paradosso per cui quando scegli i fondi etici stai facendo ben poco di etico. È una nuova analisi di InfluenceMap a sottolineare un dato che purtroppo emerge con sempre maggiore frequenza.
Questo report conferma ciò che si temeva da tempo, cioè che la maggior parte dei fondi spacciati come sensibili al Global warming ed alla sostenibilità in realtà sono altro. A ben vedere sono qualcosa di molto diverso da ciò che millantano. InfluenceMap è andato a spulciare i dati di ben 130 fondi di investimento focalizzati sul green ed ha scoperto che ben 72 hanno una struttura molto particolare. Vediamola insieme. Come parametro di riferimento è stato scelto l’accordo di Parigi. Un fondo green dovrebbe scegliere società che lavorano in maniera tale da consentire il successo degli obiettivi emersi nell’accordo di Parigi.
Invece analizzando le società sulle quali investono questi fondi è emerso che più della metà investe su aziende che hanno un impatto negativo sui traguardi dell’accordo di Parigi. In soldoni questo significa che questi fondi non vanno a premiare e dunque ad investire su società che consentono di raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi. Invece investono su società che in sostanza remano contro. La mancanza di trasparenza di questo settore è un problema che ormai è messo con drammatica chiarezza. E’ veramente troppo troppo facile per i gestori autoqualificare i propri fondi come fondi green, sostenibili, attenti all’ambiente ecc. Questa tendenza è chiamata greenwashing. Un gioco di parole che rimanda al riciclaggio di denaro ma che con artifici contabili abbastanza arditi fa passare per sostenibili aziende che magari addirittura lavorano nell’ambito dei combustibili fossili. Evidente che uno sforzo di trasparenza in questo settore è assolutamente necessario.
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Infatti sono davvero tanti i clienti di questi fondi e distorcere le intenzioni di questi clienti è davvero brutto e non etico.
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Il Greenwashing annulla l’impegno dei sottoscrittori di mettere il profitto al secondo posto dopo la sostenibilità e li rende complici di quella quiescenza al riscaldamento globale che invece vorrebbero contrastare.
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