I mutui sono sempre un buon indicatore dello stato dell’economia ed in particolare della vitalità del settore immobiliare.
Quest’estate le richieste dei mutui hanno avuto una flessione veramente forte. Vediamo di capire insieme cosa sta succedendo. Crif sottolinea come durante l’estate siano state avviate pratiche finalizzate alla richiesta di mutui in calo tra il 20 e il 30% rispetto a 12 mesi prima. Questo dato chiaramente molto forte a un’unica eccezione tra gli under 35. Infatti gli under 35 vedono le richieste dei mutui sempre molto forti. Questo è sicuramente dovuto agli aiuti di Stato per la concessione di mutui a chi ha meno di 35 anni. Ma per quanto riguarda i mutui nel complesso che sono fortemente diminuiti, questo a che cosa è dovuto?
Immobiliare: luci ed ombre
Sicuramente questa diminuzione è dovuta a fattori tecnici. Vale a dire che più che altro era stato anomalo il dato del 2020 gonfiato da richieste extra collegate allo stop imposto dal covid. In generale però sul mercato immobiliare pesa la questione dell’inflazione delle materie prime. Infatti sono stati osservati rincari davvero importanti di quasi tutte le materie prime che sono necessarie al comparto dell’edilizia. Questo non può che causare squilibri e scompensi in un settore che aveva visto nei bonus statali un’occasione di rinascita. Gli esperti vedono l’investimento nel mattone italiano sempre come molto interessante ed appetibile e questo dato sui mutui non deve particolarmente spaventare. Tuttavia è l’inflazione a dover essere tenuta sotto controllo anche perché tanti cantieri sono attualmente nelle condizioni di non poter onorare gli accordi precedentemente presi con la committenza.
Leggi anche: Benzina, diesel e metano: solo uno sopravviverà (e già oggi è l’unico in aumento)
Come per il settore auto alle prese con la penuria di chip, anche qui è l’inflazione a minacciare di essere un’incognita in positivo o in negativo per questo settore.
Leggi anche: Attenzione agli avvisi di accesso non autorizzato sul conto: è una truffa
L’impatto che una recrudescenza dell’inflazione, negata dalle banche ma confermata da vari indicatori, potrebbe avere un effetto dirompente sul settore.