Molti temono che la borsa possa arrivare ad un punto di forte correzione o proprio di crollo. Vari analisti lo sostengono da un po’. I prezzi delle azioni si sono disallineate da valori reali e rendimenti.
D’altra parte c’è la Fed che ha annunciato l’inizio del tapering. Sarà un tapering graduale con riduzione di acquisti ma senza toccare i tassi. Ma comunque sia l’epoca del danaro facile che ha sostenuto le borse sta finendo e allora? Il rischio di crollo esiste e molti lo temono. Dunque è normale chiedersi in cosa investire. Le banche offrono tassi rasoterra ed in svizzera addirittura negativi con conseguente fuga dei correntisti. Allora la domanda è: quale può essere un bene rifugio per sfuggire al crollo?
Virtù anticicliche o no?
Con il forte interesse che stanno riscuotendo le criptovalute è chiaro che un elemento di ulteriore focus di dibattito diventano le virtù anticiliche della moneta virtuale, ma è davvero così? Bisogna tenere fermi alcuni punti. Innanzitutto ci manca una casistica seria. Da quando esistono i Bitcoin l’unico vero crollo è stato quello dello scoppio della pandemia nel marzo 2020. Un crollo anomalo sotto tutti i punti di vista seguito da un rimbalzo tremendo e senza precedenti. Dunque con un solo caso non si può parlare di statistica.
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Certo in quel caso non si sono evidenziate particolari qualità da bene rifugio, ma parliamoci chiaro, non sappiamo se vi può essere una correlazione di qualche tipo tra SP500 e la principale criptovaluta. Il Bitcoin è condizionato principalmente dal suo ciclo di halving. E’ questa la forza che lo condiziona in modo più forte.
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E’tutto da dimostrare che il ciclo di halving possa agire come forza uguale e contraria in grado di compensare una fase negativa del mercato. Allo stato attuale la possibilità esiste ma la comunità è fortemente divisa sul punto.