Si parla tanto di criptovalute e bisogna stare attenti a non sottovalutare questo fenomeno. Non soltanto non sottovalutarlo dal punto di vista delle sue implicazioni economiche. Positive o negative, per carità.
Ma bisogna evitare di sottovalutarlo anche dal punto di vista sociale e culturale. Questo perché una moneta in qualche modo rimanda ad un’identità ad un concetto. Se c’è una moneta vuol dire che c’è una nazione o perlomeno qualche cosa nella quale definire la propria identità. Questo ovviamente non vale per tutte le criptovalute. Ma per una in particolare, si. Si chiama Gypsy Coin ed è la criptovaluta ufficiale della popolazione Rom.
Un qualcosa di inedito
Se sino a qualche anno fa Ci avessero detto che i Rom avrebbero avuto una loro valuta probabilmente non ci avremmo creduto. Ma oggi con le criptovalute questo è possibile. Questa criptovaluta non è assolutamente come le altre. Difatti il 2% di tutto il valore delle transazioni sarà devoluto in progetti filantropici a favore della comunità Rom. Specialmente progetti focalizzati sull’infanzia. È proprio questa sua specificità che da un lato ci fa avere simpatia per questo progetto e dall’altro ci ricorda quanto le criptovalute sia un fenomeno inedito e suscettibile di avere implicazioni che forse oggi non comprendiamo assolutamente fino in fondo.
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Oltre a queste encomiabili specificità filantropiche si deve sottolineare come questa valuta sia decisamente qualcosa di diverso dalle altre. E’ affettivamente legata ad un popolo che la identificherà come sua. Inoltre attrarrà l’interesse di chi simpatizza per questa comunità.
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Queste specificità sicuramente interesseranno anche agli investitori puri perchè comunque creano un valore aggiunto a questo progetto ed una capacità di avere più senso e più respiro.