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Il vuoto a rendere è ecologico e il governo lo fa tornare

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Salvatore Dimaggio

Il ritorno del vuoto a rendere. Ecologico e al governo piace. È stato il decreto Semplificazioni a manifestare la volontà dell’esecutivo di reintrodurre il vuoto a rendere.

Con decreto semplificazioni il governo ha comunicato i criteri per una forte espansione dei della procedura del vuoto a rendere. Questa volontà del governo è a tutto campo poiché si dovrà applicare a bottiglie, lattine di alluminio, fiaschi, contenitori di plastica di vario genere, eccetera. Per anni il vuoto a rendere è stata una procedura piuttosto diffusa. Ma con l’avvento di un consumismo più spinto e con una filosofia distributiva che premiava velocità e semplicità elevate al massimo grado questa procedura si era andata un po’ perdendo. Soprattutto l’introduzione della plastica è stata determinante. Eppure bisogna riconoscere che il governo ha pienamente ragione il vuoto a rendere evita tutta quella montagna di contenitori ed imballaggi che si usano praticamente nulla e poi finiscono ad ingolfare le discariche.

Canale alternativo al riciclo

La procedura del vuoto a rendere nei progetti del governo sarà un canale alternativo a quello del riciclo, dunque nei prossimi interventi legislativi in materia si dovranno definire meglio le aree di applicazione. Si dovrà definire con più puntualità in quali ambiti preferire il riciclo ed in quali il vuoto a rendere. La diffusione sempre più capillare della raccolta differenziata è un buon punto di partenza per potenziare il riciclo.

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Adesso tocca al governo stabilire i modi per potenziare anche il vuoto a rendere. In alcuni limitati settori si usa già il vuoto a rendere, ma parliamo di percentuali minime.

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Implementare il vuoto a rendere non è semplice perché bisogna comprendere concretamente se le complessità logistiche imposte da questa procedura valgono il risparmio in termini di inquinamento.

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