I tempi sono quelli che sono e la borsa è sempre sospettata di crolli imminenti. Le banche centrali cercano di rasserenare gli animi ma allo stesso tempo non possono evitare di riconoscere che prima o poi l’epoca del denaro facile dovrà finire.
I mercati salgono sempre eppure anche il nervosismo sale. Basta un battito di ciglia di una banca centrale o un report stonato per innervosire rapidamente il mercato e far impennare il Vix, il cosiddetto indice della paura. E allora molti si chiedono se la borsa rischia di crollare da un momento all’altro (ma ovviamente non sappiamo quando) può avere senso investire in opere d’arte? Le opere d’arte in linea di principio sono un bene rifugio.
Tanti vantaggi ma serve competenza
Si tratta di uno di quei beni da tenere in cassaforte nell’attesa che cresca di valore con il vantaggio non da poco di essere sostanzialmente permeabile all’isteria del mercato. Dunque è un bene rifugio in piena regola. Molti poi non sanno che l’investimento in opere d’arte è uno dei più benvoluti dal fisco in assoluto. Infatti sull’opera d’arte non si paga alcuna tassa. Non ci sono tasse di possesso diversamente dalla casa che ha l’IMU. Non ci sono tasse sulla compravendita e neppure sulla plusvalenza. Insomma parliamo del l’unico investimento in Italia che il fisco sembra ignorare completamente. Un vantaggio non da poco.
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Importante però affidarsi a consulenti seri e a gallerie serie e diversificare. Il mercato dell’arte è legato a doppio filo alle fortune di un artista o di una corrente artistica.
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Ed è un investimento per esperti o per chi si appoggia a consulenti di comprovata competenza e fiducia. Sono tanti coloro i quali hanno visto crescere notevolmente il proprio patrimonio con questo investimento ma è d’obbligo la competenza.