Il Green pass ha fatto tanto discutere ma è stato introdotto ad agosto non a caso. Il suo vero banco di prova sarà a settembre quando riapriranno scuole, università e luoghi di lavoro.
Il progetto del governo Draghi che ha fortemente voluto questo strumento di certificazione nella scarsa pericolosità di trasmettere il virus, entrerà nel vivo tra poco. Se resta aperto il grande nodo della scuola, con i sindacati che non ci stanno alla sospensione da lavoro e stipendio per chi per 5 giorni sia stato trovato senza Green pass. Anche altrove le cose non filano lisce. I sindacati sono contrari al ruolo di controllore da parte del preside. Ma un altra questione delicatissima e che tra pochissimo entrerà nel vivo è quella dei trasporti. Il Green pass ha diviso il paese tra favorevoli (la maggioranza) e contrari un agguerrita minoranza.
Controlli e novità
Ma anche tra i più favorevoli si registrano distinguo e voci critiche. E uno dei noti più spinosi riguarda i trasporti. Vediamo di capire che succede. Il ministro dei trasporti per ora ha escluso l’obbligatorietà del Green pass per chi circola sui mezzi pubblici, ma contestualmente ha fatto capire che si dovrà inasprire il controllo sulle mascherine. Si è parlato di un controllore con il compito specifico di multare ed allontanare chi non ha la mascherina sul mezzo pubblico. Tale idea piace al ministro. Ministro Giovannini ha spiegato che saranno stanziati a favore degli enti locali 618 milioni di euro per aumentare mezzi pubblici e corse disponibili.
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Lo scopo ovviamente è quello di diminuire la quantità di utenti su un singolo mezzo pubblico. Ma la tematica del green pass sui mezzi pubblici urbani resta aperta.
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C’è chi giura che se i numeri dovessero crescere, il governo potrebbe introdurre l’obbligo del Green pass anche per gli spostamenti sui mezzi urbani.