Si torna a tenere nel mirino la casa. Sappiamo bene quanto la tassazione sulla casa sia pesante per il settore. Un’imposizione di tipo patrimoniale che non guarda al reddito ma colpisce la proprietà in quanto tale.
Tante le polemiche sull’Imu ed in generale sulla tassazione relativa a questo delicato settore. Molti sostengono che la crisi del settore immobiliare sia anche dovuta ad una tassazione dissuasiva. Ma ora se ne torna a parlare perchè la temuta riforma del catasto si avvicina. La riforma del catasto è un tema di cui si parla da tempo ma pare che ora la macchina pubblica si sia messa in moto. Il catasto è un elemento fondamentale dell’imposizione sugli immobili, perchè è il catasto che conserva i valori catastali di tutti gli immobili d’italia. L’imposizione fiscale si calcola sui valori catastali (non reali) ecco perchè riformare il catasto significa riformare l’imposizione fiscale sugli immobili.
Cambia tutto
I vari governi hanno sempre giurato che la riforma mirerebbe solo a rendere l’imposizione più equa e non ad inasprirla, ma molti non ci credono e temono un ulteriore aggravio di spesa. Ora qualcosa si è mosso. Anzi, si è mosso proprio Ministero dell’economia! Nell’atto di indirizzo sulle politiche fiscali per il triennio 2021-2023 diramato alle amministrazioni finanziarie si mette in moto la macchina per un “aggiornamento” del catasto. Coinvolti tutti in questo atto d’impulso: Agenzia della Riscossione, Dipartimento delle Finanze, Agenzia delle Entrate, Agenzia del Demanio, Agenzia delle Dogane. Ma non basta: coinvolta anche la Guardia di Finanza.
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Lo scopo è chiaro: incrociare tutti i dati, soprattutto quelli delle dichiarazioni dei redditi per scovare tutto ciò che non va.
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Il target è quello di rendere gli archivi catastali perfettamente aderenti alla realtà. E correggere le tasse in conseguenza.