Un rapper romano di successo, Uber Eats ed un ristorante virtuale. Un’iniziativa per conquistare un pubblico trasversale unendo realtà diverse.
Uber ha conquistato il mondo con la sua idea di trasporto di persone facile ed economico. L’80% a chi guida ed il 20% alla piattaforma. Con questa semplice formula Uber ha fatto quadrare i conti di una nuova idea di taxi. Poi si è espansa al mondo del delivery con Uber Eats ed è stato un altro successo. Ma in Uber ci tengono a ragionare fuori dagli schemi ed a coinvolgere i creator. IN fondo è questa la parola magica: creator. Nessun social nework sopravvive se non crea un ecosistema che premia i creator, che poi ne sono i reali protagonisti. Uber Eats vuole spandere il discorso anche al delivery. Ma come si va a coinvolgere i creators nel delivery?
LowLow
Questo accordo tra Uber Eats e LowLow chiarisce questa nuova possibilità di collabarazione: loro la chiamano virtual restaurant. Vediamo di cosa si tratta. Creare un menu basato su un prodotto o su un personaggio di richiamo. Un menu che ne riprenda lo spirito, i valori e la capacità di far presa sul pubblico che il creato si è costruito. “LowLow – In Prima Persona Restaurant”. Si è preso l’ultimo album del popolare rapper. Si è trasformata la lista dei brani in un menu ed il gioco è fatto. I prodotti serviti e consegnati da Uber Eats nell’ambito di questo ristorante virtuale sono ognuno ispirato ad un brano del nuovo disco del rapper.
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Ma Uber Eats è a caccia di nuovi creators che forniscano personalità e valore aggiunto ai suoi prodotti. E non devono venire per forza dalla musica.
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In questo ristorante virtuale creato con LowLow nulla è lasciato a caso: ogni aspetto del cibo e del packaging sono studiati per richiamare il creator da cui vengono.