In questo periodo di forte crisi e disoccupazione galoppante, specie tra i giovani ecco che molti cercano un lavoro o un secondo lavoro. In questo senso Uber offre un’opportunità immediata a chi abbia un’auto e voglia guadagnare.
Si sa che le auto sono sottoutilizzate e stanno per la maggior parte del tempo ferme, allora perchè non trasformarle in una fornte di guadagno? Ecco l’idea semplice ma ingegnosa dei fondatori di Uber Travis Kalanick e Garrett Camp. Un’idea vincente che si è diffusa praticamente in tutto il pianeta. In Italia e non solo non sono mancate le proteste dei tassisti ma in ogni caso sono davvero in tanti a lavorare con Uber. Ma conviene o no?
Questione di zona e di percentuali
Con Uber si diventa titolari e dipendenti di una minuscala agenzia di traporti locali e ci si gestisce in autonomia. L’app ti cerca i potenziali clienti che hanno bisogno di essere trasportati e tu li servi. Ma vediamo come funziona economicamente. L’app trattiene il 20% dei soldi prelevati dalla carta di credito del passeggero e a te ne invia il restante 80%. Ovviamente tutti i costi di manutenzione e di esercizio dell’auto sono a carico tuo. Le statistiche dicono che negli USA si guadagnano circa 14 euro l’ora con Uber. Ma la cifra varia da paese a paese. Inutile dire che è proprio per gli Usa che sono disponibili e statistiche più attendibili. Un autista Uber che lavora 40 settimanali può guadagnare 20.000$ netti all’anno.
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Ma in Italia? le cifre variano davvero tanto dalla frequenza di richieste nella zona nella quale si opera. E’ questo a fare la differenza. Chiaramente in una zona dove le richieste sono tante e frequenti ci si può guadagnare una cifra più significativa.
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Al contrario nelle zone a minore intensità di richieste si dovrà valutare in concreto se il gioco vale la candela.