In Svizzera un progetto pilota consente a ben 85 mila negozi locali di accettare criptovalute. Ma cosa sta succedendo nel paese dei cantoni? E’ il gruppo francese Worldline, una rete alla quale aderiscono tanti commercianti svizzeri che ha lanciato questo progetto per consentire a tutti i commercianti svizzeri che fanno parte di questa rete di accettare i Bitcoin e gli Ether.
Ma come avviene concretamente il pagamento di un bene o di un servizio? In sostanza non cambia nulla rispetto al pagamento in franchi svizzeri o in altre valute: infatti il pagamento con criptovaluta può venire o tramite POS o anche via e-commerce. Quindi i prezzi in franchi svizzeri andranno convertiti all’attuale quotazione dei Bitcoin o degli Ether e pagati come fossero una qualunque transazione.
Un progetto che apre possibilità
I dirigenti di Worldline Svizzera sono entusiasti di questo progetto e lo ritengono un passo in avanti fondamentale nell’evoluzione del commercio. Ma in Italia le cose come stanno? Attualmente nel nostro paese non ci sono progetti di questo genere anche se numerosi player stanno studiando le criptovalute per capire come possono eventualmente integrarsi in forme di commercio un po’ più tradizionali. Attualmente da noi le criptovalute sono percepite principalmente come una peculiare forma di speculazione ed investimento, ma sono per nulla implementate nella vita di tutti giorni.
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Paradossalmente è il calcio ad averle utilizzate e sdoganate con i token dell squadre di calcio, che stanno diventando sempre più popolati tra gli appassionati.
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Sicuramente l’implementazione delle criptovalute per i pagamenti rappresenta (per ora in Svizzera, poi, chissà) un ulteriore sdoganamento delle criptovalute ed il loro ingresso in un ruolo sempre più sistemico.