Notizia dal sapore un po’ paradossale quella che giunge dalla Polonia. Di mining Farm illegali scoperti dalle forze dell’ordine ne stiamo leggendo un bel po’. Capita infatti che alcuni, attratti dal guadagno non rispettino le norme del proprio paese sulle criptovalute, finendo nei guai.
Ma a questo criminale polacco è venuta in mente un’idea veramente surreale. Ha infatti piazzato la sua mining farm illegale direttamente all’interno di un commissariato della polizia. Il fatto è avvenuto a Varsavia. Questi era un impiegato che ora ovviamente è sotto accusa e la polizia si è affrettata a precisare che si tratta di un impiegato del settore digital e non di un vero agente di polizia. A tradire il geniale lestofante sarebbero stati, come è facile immaginare, i picchi nei consumi di energia elettrica.
Un crimine ad alto consumo
Infatti, come sappiamo, il mining è tremendamente energivoro, quindi l’esperto di IT ha pensato bene di scaricare i notevoli costi sui tutori dell’ordine locale. La polizia ha anche sottolineato come il dispositivo semplicemente rubasse energia, ma non non abbia fatto alcuna attività di hacking dei database. Dunque mining illegale e furto di energia (alla polizia) in un colpo solo.
La polizia locale probabilmente punta nell’orgoglio ha voluto sottolineare che a compiere il gesto non era stato uno dei suoi uomini e neppure i sui dati erano mai stati in pericolo.
Il fatto è davvero surreale, ma ci fa riflettere sulla tematica delle leggi sulle criptovalute che sono davvero fortemente differenziate nei vari paesi del mondo. Ad esempio in India c’è un dibattito politico ampio, attorno ad una legge fortemente restrittiva che potrebbe vietare qualsiasi scambio mining e possesso di criptovalute ed in vari paesi del mondo sono state varate leggi che rendono illegali alcune delle attività legate a questo particolare settore.