La gamification è una delle tendenze più forti ed interessanti degli ultimi anni. Ma guai a considerarla una di quelle tante mode che vengono dall’America e che poi svaniscono nel nulla. La gamification si è dimostrata in grado di migliorare le performance del lavoro e del business. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Chiunque di noi dedica una parte del suo tempo al lavoro mentre un’altra parte alle attività di svago. È assolutamente normale e vale sostanzialmente per tutti. Poniamoci una domanda molto semplice: preferiamo il lavoro oppure giocare ad un videogioco? La risposta è piuttosto ovvia: preferiamo giocare ad un videogioco che lavorare. Se ci pensiamo bene per un momento, ci rendiamo conto che anche il videogioco ci richiede con concentrazione, prontezza di riflessi, eccetera. Perché allora un certo tipo di sfida ed impegno ci piace, mentre un altro no? E’ proprio da queste premesse che parte la gamification: tanti accorgimenti per portare nel lavoro quelle dinamiche e micro gratifiche graduali proprie dei videogiochi.
Un mercato florido
Come dicevamo parliamo di qualcosa di molto concreto tanto è vero che Statista sottolinea come il mercato della gamification vale quest’anno una cifra che gravita attorno ai 12 miliardi di dollari. Ma il nostro paese è piuttosto indietro sia a livello aziendale che a livello personale. Sia le piccole che grandi realtà possono utilizzare queste strategie con grande profitto. Delle vere e proprie praterie sono aperte nella gamification legata al mercato del learning, dell’apprendimento, specialmente oggi che la didattica a distanza dimostra le potenzialità della rete, ma anche le sue clamorose pecche.
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In una logica di didattica a distanza e di didattica evoluta, percorrere queste vie dimenticando la gamification sarebbe piuttosto miope.