Gli algoritmi utilizzati dal fisco hanno lo scopo di identificare, nell’immensa mole dei piccoli e grandi movimenti fatti dagli italiani, quelli sospetti. Cioè quei movimenti o gruppi di movimenti che possono essere preordinati o comunque ricondotti a fattispecie perseguite dallo stato.
Ovviamente il primo nemico del fisco è l’evasione, ma non solo. Gli evasori, specie i grandi evasori hanno ottimi consulenti fiscali in grado di consigliare loro come coprire le tracce. I controlli del fisco hanno il compito opposto: scovare ogni piccolo campanello d’allarme. Il lato negativo di tutto ciò è che alle volte delle banali operazioni che ciascuno di noi può fare possono rientrare nel gruppo di quelle che fanno scattare gli allarmi del fisco e possono metterci in situazioni sgradevoli.
Movimenti apparentemente banali
Il grande alleato del fisco sono gli incrodi di database con i quali si riesce ad identificare la situazione economica di una persona ed a scovare tutti i movimenti che appaiono incongrui con essa. I movimenti di piccola entità ed i bonifici verso i familiari possono apparire qualcosa di banale, ordinario e lontano dalle trame dei grandi evasori, eppure sciami di movimenti ben coordinati e che usano parenti per sviare sono strumenti utilizzati da chi vuole evadere.
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Dunque movimenti verso i familiari o non in linea con i propri guadagni sono tra i bersagli preferiti del fisco che ormai da tempo conosce i consigli che consulenti fiscali disinvolti danno ai propri clienti.
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Non dobbiamo dimenticare che il fisco accede a qualsiasi movimento di denaro e lo colloca all’interno di un’orizzonte più vasto, seguendo il flusso di denaro da soggetto a soggetto. Dunque è molto facile che scambi un movimento di denaro in famiglia per un pezzetto di un quadro più complesso, preordinato ad occultare proventi.