Smart working prorogato a dicembre 2021. Dunque la fine di luglio prevista in precedenza ha ricevuto una proroga. Di conseguenza sia per il pubblico che per il privato valgono le consuete modalità del lavoro agile in azienda anche se non c’è stato l’accordo collettivo. Dunque comunicazioni semplificate sia nel pubblico che nel privato.
In particolare per quanto concerne la pubblica amministrazione gli apparati pubblici stanno comunque lavorando a una riorganizzazione che consenta lo smart working anche dopo la fine del 2021. Per questo è in elaborazione un piano organizzativo del lavoro agile. Lo scopo di questo piano è che almeno un 15% dei dipendenti possa essere in modalità di lavoro agile. Da un lato questo piano dovrà garantire la regolarità nell’erogazione dei servizi al cittadino. Dovrà anche garantire al lavoratore in smart working di non venire penalizzato rispetto ai suoi colleghi per quanto riguarda la contribuzione, il compenso e la progressione della carriera.
Diritti nuovi: perchè non si può essere sempre connessi
Ricordiamo che lo smart working è nato in Italia con la legge del 2017. Ma vari giuslavoristi ritengono che questa tipologia di lavoro vada regolamentata assicurando diritti nuovi dei quali prima non c’era bisogno di tutela. Ad Adnkronos la giuslavorista Ingrao ha spiegato che si devono assicurare tre diritti nuovi: il diritto alla disconnessione: dunque il diritto ad avere un terminale disconnesso che non imponga di rispondere al messaggio o di fare lavori continuamente.
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Questo è importante perché internet ci tiene continuamente connessi e se questo è piacevole per i rapporti di amicizia, diventa estenuante al lavoro perché rende tutti in uno stato di costante disponibilità.
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Il diritto alla connessione, dunque che il lavoratore sia aiutato a sobbarcarsi i costi della connessione e poi diritto a tornare al lavoro tradizionale quando ciò sia necessario.