La Germania apre alla terza dose. Sarà riservata alle persone più fragili e partirà da settembre. La tanto chiacchierata terza dose dunque esce dal novero delle discussioni ed entra nella pratica in Germania, ma solo (per ora) per i soggetti più a rischio. Ma il muro contro la richiesta OMS di pensare ai poveri fa pensare che forse la terza dose sia più che un’opzione.
Ma nel resto del mondo che succede? Sostanzialmente non è chiaro se la terza dose può essere utile o no. Gran Bretagna ed Israele avevano già adottato soluzioni simili ma come sempre i dati e la casistica latitano, quindi le altre autorità sanitarie degli altri paesi stanno alla finestra ed attendono.
Anche perchè i maggiori dubbi sono legati all’evoluzione della variante Delta. Qualora la Delta cominciasse a mordere, a creare impennate nel numero dei contagi ed ad imporre nuove chiusure, certamente la politica farebbe sentire il suo peso e la terza dose si diffonderebbe maggiormente.
L’Istituto superiore di sanità al momento attende, più o meno come tutti suoi omologhi nel mondo, ma precisa che gli immunodepressi sono un caso particolare e che per essi la terza dose potrebbe essere opportuna.
Ai paesi poveri quasi nulla
In tutto ciò si inserisce l’OMS che sottolinea come prima di pensare alla terza dose nei paesi ricchi si dovrebbe pensare ai paesi poveri. L’organismo internazionale ricorda che addirittura l’80% dei vaccini è andato ai paesi ricchi. Le decisioni di Germania, Gran Bretagna ed Israele sono state lette molto negativamente dall’OMS che ha visto in ciò il perdurare di una negligenza pericolosa.
Ciò ha spinto l’organizzazione mondiale delle sanità a chiedere addirittura una moratoria sulla terza dose, persuasi che questa sia l’unica via per evitare il perdurare di queste disparità.
Ma l’appello cadrà quasi certamente nel vuoto. Già gli USA hanno fatto sapere che non sono d’accordo con la moratoria e che doneranno abbastanza dosi di vaccino da pareggiare il conto con le dosi fatte su suolo americano.